giovedì 28 febbraio 2008

Cronache del ghiaccio e del fuoco

Oramai questo blog si potrebbe chiamare "I consigli per gli acquisti del Raspino", tant'è che oramai i miei post sono comprensivi solamente di cose che mi piacciono e di cui c'è vagamente poco da discutere.

Ad ogni modo, preso dal molto tempo libero a mia disposizione ho deciso di imbarcarmi in qualche impresa, la prima era imparare ad usare Illustrator e ci stò lavorando, la seconda è di leggere questa saga fantasy, ritenuta, da quanto ho letto su molti forum, un piccolo capolavoro.

Vi posso garantire che la penso anche io così, l'autore (George R. R. Martin) è capace di suscitare interesse pure in quella che deve essere considerata da molti la cosa più noiosa tra gli aspetti del fantasy mondiale: la vita di corte, in tutti i suoi aspetti. Sia chiaro che Martin non parla solo di vita di corte in questi libri, ma diciamo che la saga parte proprio parlando della vita di Lord Eddard Stark e della sua famiglia, regnanti sul castello di Grande Inverno, nel freddo nord del mondo da lui inventato.

La cosa più meritevole nei libri di Martin è che le cose non vanno mai come ti aspetteresti andassero. I colpi di scena sono parecchi, molti capitoli ti lasciano decisamente con il fiato sospeso.
Per come sono strutturati i libri oserei dire pure troppo.
Cosa voglio dire con questo? Che i vari capitoli in cui sono divisi i libri non hanno un titolo o non si chiamano meramente Capitolo uno, due e via dicendo. All'inizio di ognuno troverete un nome, il nome del protagonista di quel capitolo, e la storia si svilupperà attorno a lui. E vi faccio altresì intendere che le vicende da un capitolo all'altro (come ha voluto giustamente sottolineare anche Martin dal quinto libro della saga in avanti in una prefazione) si possono svolgere in tempi diversi e a molte miglia di distanza. Questo espediente potrebbe sembrarvi nei primi momenti un'emerita rottura di palle, visto che Martin conclude i capitoli sempre sul più bello e cambia di punto in bianco personaggi e luoghi, costringendovi ad aspettare per sapere come proseguiranno le vicende di quel dato personaggio. Vi posso garantire però che la sua abilità nello scrivere sta proprio nel fatto che difficilmente trovi capitoli che non siano avvincenti o che non suscitino interesse in chi li legge.

Per quanto concerne la storia, quello che vi posso dire su di essa senza rovinarvi nulla è che le vicende si svolgono in un mondo tipicamente medioevale, crudo e violento come doveva essere all'epoca. La magia tipica dei mondi fantasy (Il Signore degli Anelli) è presente, ma se ne sentirà raramente parlare: la gente non ci crede, è ignorante e i maghi sembrano essersi estinti millenni prima. Quello che avrete davanti agli occhi sarà per molto tempo un mondo medioevale, semplicemente questo. I riferimenti alla magia e a creature fantastiche sono rarissimi, qui per la maggior parte del tempo si parla di storie di corte, di muovere eserciti, di cavalieri e di tornei. Anche la religione (non la nostra sia chiaro) è vista, come al tempo, come una cosa importante e avrà quindi il suo spazio.
La storia si può dire che cresce tassello per tassello, rendendosi fin dai primi capitoli interessante, introducendo argomenti nuovi pian piano e lasciando il tempo di comprendere bene le cose.
Una cosa molto gradita è che la mappa e l'appendice presente in fondo al libro, contenente le gerarchie delle maggiori case dei sette regni, servono davvero. E' realmente cosa difficile infatti ricordarsi tra tutti quei nomi, a volte, a che casate appartengono determinati personaggi e, fondamentalmente, da che parte stanno.

L'ultima cosa per concludere: prima parlavo di crudeltà e violenza. Mi riferivo a diverse scene di sesso, piuttosto esplicite, che alcuni potrebbero non gradire e che a volte coinvolgono anche ragazzi e ragazzine, oltre a particolari particolarmente cruenti di battaglie, con arti mozzati, teste spaccate e altro ancora. Non prendetela come una cosa negativa: è possibile immaginare che nel nostro medioevo le cose fossero proprio così, l'autore volendo ricreare forse un mondo credibile non ha lesinato nel curare anche questi particolari. Se date il giusto peso alle cose vi renderete conto che Martin è riuscito perfettamente nel suo obbiettivo: ci sono persone e persone, con diverse personalità, a volte rozze e barbare, altre nobili e onorevoli con tutte le vie di mezzo possibili e immaginabili. Ogni personaggio descritto in questa storia ha sia dei lati onorevoli, ma anche degli aspetti malvagi nel suo carattere. Non sono stereotopi del bene o del male come nel Signore degli Anelli o in altri racconti fantasy. Le persone e le fazioni in lotta sono molte, e ognuna mira a coltivare i propri interessi, non solo quelli del loro signore.

Da notare infine, come, leggendo sulle pagine di wikipedia, l'autore volesse creare all'inizio solo una trilogia ma si sia dilungato più del necessario, rendendo questa opera mastodontica e ancora non conclusa. Sia chiaro che Martin non è ancora morto, come molti altri autori fantasy (toccatevi, fate bene) e che quindi ci sono buone probabilità che riesca a finire la sua storia.

Nessun commento: