lunedì 10 marzo 2008

Noia

A volte crediamo che ci sia un qualcosa di apocalittico, di immenso, di bellissimo nello stare a casa un paio di mesi senza fare un emerito. Questo prima delle mie "ferie" avrei potuto dirlo anche io. Non fosse che, dopo un mese e due giorni e ancora un mese di prognosi, a volte mi ritrovo a guardare il monitor del computer con l'occhio assonnato e a desiderare qualcos'altro. E' l'umana concezione di quello che realmente vogliamo che mi sorprende: posso fare finalmente quello che ho sempre desiderato ed essere pagato comunque, almeno per un periodo limitato di tempo ma non sono contento.

Sono un insoddisfatto cronico.

Non riesco a concepire una forma di divertimento o un qualsiasi stato d'essere in cui credo mi diletterei per più di qualche tempo senza annoiarmi; tempo che purtroppo sembra essere sempre troppo breve secondo il mio cervello.

Certo, sarebbe carino se potessi pure andare a zompettare di qua e di là in questo periodo sabbatico, purtroppo però quel che mi tiene a casa è pure la mia peggior rogna, e ho ancora un'autonomia di movimento di pochi metri, che pur essendo raddoppiata da 15 a 30 scale incluse, non mi consente ancora di vivere normalmente il mio tempo.

Du balle, non vi dico, mi comprerò qualche altro libro.. Devo ancora cominciare a leggere Dracula.. brrr i vampiri, i vampiri!

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