domenica 27 luglio 2008

Un tranquillo weekend di paura

Finalmente stamane son riuscito a dormire. Non ve ne frega un cazzo probabilmente, però ieri sera anzichè uscire mi son infilato a letto alle 9 e tempo mezz'ora ero già bello ronfante.

Mi avevano preannunciato come piatto forte della serata (forse) un concerto dei Marlene Kuntz. Forse non ho capito manco io perchè, probabilmente volevano vedere quanto si pagava. Ho glissato vista la settimana d'occhiaie nere che mi son fatto.

Nonostante tutto venerdì è stata una serata divisa tra prese a male/bevute/sbattimenti vari e qualche situazione divrtente. Era la sera della cena aziendale. Poco da fare, tocca andarci.

Comincia tutto con la partita di calcetto alla quale non ho partecipato, sono andato a fare il tifo.. i pon pon li avevo lasciati a casa però. Vince la produzione (evviva) dopo un'ora e mezzo di gioco continuato. Qualche bestemmia volata in cielo, qualche botta, un paio di beghe tra compagni di squadra. Tutto normale direi, quasi abitudinario. L'anno scorso l'avevo evitata ma gli anni prima eran quelli, unico cambiamento: mancava il grande capo che non si è presentato, visto forse che han voluto giocare alle cinque di sera e il sole batteva come non mai su quel campo. Non fosse che sono quasi albino direi che mi son pure abbronzato. Elric mi invidia per il colorito. Ci si beve tutti insieme, giocanti già usciti dalla doccia e non giocanti, una birra al bancone del bar lì vicino e ci prodighiamo poi verso il ristorante qua vicino a casa mia.

Lì arrivati troviamo una cinquantina circa di sedie e depliant con su scritto il nome della ditta pronte pronte, andiamo fuori e si vedono due tavolini.. sbircio sotto e vedo solo bicchieri.. penso: "ci sarà l'aperitivo" prima della riunione segnata nell'invito del programma della cena. Prima volta che mi danno un invito per una cena aziendale, figuratevi se potevo mancare. Ad ogni modo attendiamo un po' la gente che mancava, ci guardiamo in giro, si parla. Arrivano le sette e quaranta e il grande capo decide di farci fare sta benedetta riunione. Alle nove e mezza, mi pare, ci siamo alzati affamati come non mai. Se non erano le nove e mezza poco ci mancava. Per la fame oramai si stavano mordendo i depliant di cui sopra. Sediamo a tavola e tra portate e battute più o meno apprezzate si arriva a fine serata, m'è dispiaciuto per un paio di cose ma preferisco evitare.
Non ero esattamente contento, non ero esattamente in forma ma sto paio di cose m'ha fatto girare proprio le palle devo ammettere. Dopo aver sbaraccato un po' il ristorante, aver messo casse, e tutto l'armamentario per la riunione e il dopo riunione, maxischermo compreso, sul furgone, si saluta un po' tutti e mi avvicino alla macchina.
Faccio a malapena a tempo a voltare l'angolo che da dietro mi arriva il nostro beneamato magazziniere che mi fa "Ma come 'ndeo sa casa?" "Vien bevar l'ultimo bicer de roso co mi!"

Al che, un po' per il giramento di palle di cui sopra, un po' per non so cosa mi fosse preso, forse la voglia di esagerare che avevo a vent'anni, lo seguo e mi siedo al tavolo con lui. Tempo dieci minuti e il bicchiere si era svuotato tre volte. Mi son detto: "va bene, buttiamola sull'alcolico" visto che fino a quel momento era la tipica "cena aziendale": battute scontate, sparlare d'altri senza farsi sentire, cibo, palle che toccano terra. Io le cene aziendali non le sopporto a dirla tutta.

Al che ci siam riseduti in otto attorno a quel tavolo, ci siam riempiti i bicchieri a vicenda, ampia scelta tra grappa, prosecco, rosso, e qualche altro liquore. Vi posso garantire che è rimasto poco. Non sono tipo da far balla così, non di solito perlomeno. Ma l'atmosfera che si respirava era davvero allegra. Il tipo che mi aveva ritirato dentro che ci provava con la cameriera "a modo suo", niente di volgare sia chiaro. Aveva il suo stile, barcollante, che esprimeva un certo fascino. Si rideva anche per le cose più banali. Si devo ammetterlo: mi sono divertito. E lì seduti ci siam rimasti da mezzanotte fino alle tre del mattino.. poi abbiam dovuto sbaraccare e filarcela causa un proprietario del locale un po' adirato che non poteva chiudere. In pratica ci hanno scopato fuori.

Ci troviamo in parcheggio, due salutano, il magazziniere folle era riuscito a farsi dare appuntamento dopo la chiusura dalla cameriera. Tutti felici per lui finiamo in un altro locale a un paio di chilometri. Avevamo voglia di pasta, tutto quello che siam riusciti a ottenere però son state delle patatine in sacchetto e tre o quattro giri di birre e montenegri. Non credevo che a trent'anni sarei riuscito a reggere così bene. Forse era merito di quello che non avevo bevuto durante la serata. Ad ogni modo tra mille discorsi, battute e discussioni su quanto fosse carina la cameriera del locale, ci siam salutati in via del tutto definitiva. Son riuscito ad arrivare a casa alle quattro del mattino..

Serata tutto sommato buona. In ogni caso, dopo una settimana che non si riusciva a dormir,e mi pareva il caso di dormire almeno fino a mezzogiorno.. Alle sette e mezza, da buon orologio sfizzero, mi son svegliato bestemmiante a chiedermi ancora che cosa mi trattenesse dal dormire fino alle otto almeno. Na mezz'ora in più mi pareva quasi l'ancora di salvezza dalla rovina. Almeno non risentivo per niente della bevuta della sera prima, non fisicamente per lo meno.

Vi lascio immaginare come è trascorsa la mia giornata con un semplice anedotto:
Arriva mia madre in camera e mi fa:"E' pronto il pranzo".
Io: "ok"
trascorsi cinque minuti: "Mamma ma sto pranzo? Son le due ormai, è da mezzogiorno che mi hai detto che era sul fuoco!"

...

Proprio a posto ero. Da qui la mia piccola decisione di saltare a piè pari la serata fuori e filarmene a letto presto. E per fortuna ci son riuscito.

Mi pareva di vedere tipo il Desmond di Lost che mi diceva "Ce l'hai fatta fratello!"

"Vaffanculo era ora" gli avrei risposto..

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